APPALTATO IL PRIMO LOTTO DELLA NUOVA FERROVIA AD ALTA VELOCITA’ SALERNO-REGGIO CALABRIA – ABBIAMO GIA’ SPIEGATO PERCHE’ E’ UN INGANNO
La notizia è di ieri. Webuild, in associazione di imprese con Ghella, Impresa Pizzarotti & C. e TunnelPro si è aggiudicata il primo lotto della nuova ferrovia Salerno-Reggio Calabria ad Alta velocità, per 2 miliardi di euro circa. Ma il tratto appena appaltato, Battipaglia-Romagnano, di appena 35 km ( su un totale di 445) non parte da Salerno e non porta affatto a Reggio Calabria. E pensare che c’è pure chi esulta.
Di questo lotto e del cervellotico tracciato scelto per la linea abbiamo già esposto il nostro parere in tempi non sospetti, in almeno un paio di articoli precedenti. Qui un quadro dell’intero tracciato, qui una riflessione sulla Battipaglia-Romagnano.
Nella speranza che, comunque, si faccia presto e bene. Anche perchè nulla di questa linea porterà benefici alle regione destinate a servirsene, ovvero Sicilia, Calabria e parte della Lucania (il Cilento è stato tagliato fuori, non senza proteste, giustificatissime, dei suoi abitanti) se prima non si realizzeranno almeno altri 85 km di linea fino a Praia a mare, nella Calabria settentrionale. Passando dal vallo di Diano ed attraverso le propaggini occidentali del Pollino, da perforare ampiamente.
Un tratto lungo e complesso, che ha suscitato una miriade di perplessità sui territori attraversati. Ma anche su quelli non attraversati, come il Cilento, sopra citato, che si vedrà incredibilmente privato della più importante infrastruttura di collegamento del meridione, destinata ad essere declassata a linea locale. Se la cosa fosse giustificata da una più rapida realizzazione della AV nel sud, magari potrebbe essere più facilmente accettata da chi ha dovuto sacrificarsi per la “causa”. Ma non è quello che sta succedendo, dal momento che il tracciato, rispetto a quello attuale, si sta allungando anzichè accorciarsi.
In effetti, sembra che tutto sia stato studiato per allungare i tempi, oltre che il tracciato, magari favorendo, nel frattempo, un territorio anzichè un altro, per motivi che facciamo fatica persino ad immaginare; in fondo abbiamo a che fare con risorse di tutti, e non di quelli che contano (politicamente) di più.