UN’ESCLUSIONE SENZA APPELLO CHE SA DI BEFFA. PALERMO E LA SICILIA SEMPRE MENO CONSIDERATE IN AMBITO NAZIONALE
- Milano – Stadio San Siro
- Torino – Allianz Stadium
- Verona – Stadio Bentegodi
- Genova- Stadio Ferraris
- Bologna- Stadio Dall’Ara
- Firenze – Stadio Franchi
- Roma – Stadio Olimpico
- Napoli- Stadio Maradona
- Bari – Stadio San Nicola
- Cagliari – Stadio Unipol (nuovo progetto)
Sempre per la cronaca, è facile notare che solo tre su dieci di questi stadi sono collocati al sud. Ma se a questi trattamenti destinati al meridione, purtroppo, ci abbiamo fatto l’abitudine, quello che più sconvolge sono le motivazioni dell’esclusione. Scrive Strettoweb: “Le motivazioni sono legate all’impatto ambientale: i collegamenti erano ‘sostenibili’ per una sola isola e non per due. La scelta è ricaduta su Cagliari e sulla Sardegna, ma la FIGC rassicura: “la città di Palermo continuerà a essere coinvolta nell’iter a supporto della candidatura“.
Siamo quindi alla presa in giro, palese e conclamata. La pezza è peggiore del buco, si potrebbe dire, ma è anche particolarmente subdola: l’intento è infatti quello di far scoppiare la classica “guerra fra poveri” avendo messo Cagliari come alternativa a Palermo. E non certo Firenze o Verona, ci mancherebbe! Che si scornino fra loro, questi terroni!
E non vengano a raccontarci che, in questa scelta, hanno avuto un ruolo le condizioni, invero carenti, del “Barbera”. Innanzitutto perchè bisognerebbe dare per scontato che tutti gli altri stadi siano in perfette condizioni, e sappiamo che non è affatto così. Ma poichè siamo abbastanza anziani per aver vissuto quei tempi, sappiamo benissimo che prima dei mondiali del 1990, lo stesso stadio cadeva letteralmente a pezzi: venne ristrutturato ed ampliato, con l’aggiunta dell’anello superiore, in meno di 2 anni.
Ma era un’altra epoca, un altro Paese ed un’altra politica, sia locale che nazionale. Il baricentro italiano non si era così paurosamente spostato verso Nord ed i politici locali contavano ancora qualcosa al di fuori dell’isola. Adesso, vogliamo proprio vedere quale sarà la reazione dei nostri rappresentanti (finora silenti), sempre pronti nei proclami ma del tutto assenti nella reale difesa delle opportunità per il loro territorio.
E non parliamo di un’opportunità di poco conto, o di una semplice medaglietta da mettersi al petto: opere pubbliche a parte (sempre generosamente finanziate in queste occasioni) perdiamo un palcoscenico internazionale di enorme valore. Un’occasione unica per farci conoscere (finalmente per eventi positivi) e rilanciare il nostro turismo.
Quello che viene un giorno si e l’altro pure tirato in ballo come unica risorsa da valorizzare, per i sacerdoti del “possiamo vivere di solo turismo…“, ma solo a chiacchiere. E pensare che c’è ancora qualcuno che rimane a bocca aperta di fronte alle statistiche che, numeri (e non proclami) alla mano ci mette di fronte al nostro decimo posto tra le regioni italiane per presenze turistiche. Facendoci scoprire che Milano (si, proprio il caotico capoluogo lombardo..) fa più presenze, ogni anno, dell’intera Sicilia. Perchè c’è chi fa proclami e chi, in silenzio, lavora per il proprio territorio ed i propri interessi.
I fessi, come al solito, rimangono a guardare….
P.S.: L’assessora comunale allo sport, Figuccia, prende la decisione come “uno stimolo per fare meglio”?? Siamo messi bene, ad autostima, dopo essere diventati la riserva di Cagliari e Verona… Definisce inoltre lo stadio Barbera “un cadavere” cercando di far credere che il problema è tutto nella indubbia fatiscenza della struttura, eredità della precedente amministrazione. In verità, il termine “cadavere”, per uno stadio che appena un anno fa ha ospitato una gara decisiva per la partecipazione ai mondiali 2022, ci sembra un pò eccessivo.. Ad ogni modo, la fattispecie ci sembra un’aggravante, non certo una scusa.
Forse l’assessora non era ancora nata, e non ricorda quello che avvenne a Palermo nei due anni precedenti i mondiali 1990 quando, come abbiamo ricordato sopra, lo stadio venne rifatto dalle fondamenta ed ampliato, consentendo alla città di godere di una struttura modernissima, per quel periodo storico che bene o male avrebbe degnamente funzionato per i successivi 33 anni. Al 2032, di anni, ne mancano 9. E se per caso l’Italia verrà scelta come sede degli Europei, l’assessora Figuccia sarà testimone, come tutti noi, della pioggia di miliardi che verranno stanziati per l’occasione, a favore delle città sedi degli Europei.
E non soltanto per riammodernare i dieci stadi, ma anche per dotarli delle necessarie (immancabili) infrastrutture a contorno. Solo per rimanere a Palermo, con riferimento a “Italia ’90” oltre alla ristrutturazione dell’allora “Favorita” in città vennero realizzate opere quali il velodromo dello ZEN, il prolungamento di viale Croce Rossa, la sistemazione dell’attuale piazza Giovanni Paolo II di fronte lo stadio, la linea metropolitana Palermo-Notarbartolo-Giachery (infatti la stazione Imperatore Federico si chiama anche “Stadio”), via Lanza di Scalea, il raddoppio di via Monte Pellegrino, il ponte di via Autonomia Siciliana per restare a quelle che ci sono rimaste in mente. Scusate se è poco.