VA BENE SOTTOLINEARE I DISAGI, MA UN MINIMO DI PRECISIONE, QUANDO SI PARLA DI LAVORI PUBBLICI, SAREBBE GRADITA. IL CASO DI VICOLO BERNAVA
Da sempre siamo convinti che l’informazione sulle Opere Pubbliche è necessaria, e va fatta correttamente; non a caso, siamo qui per dare un contributo in tal senso. Nella convinzione che la gente non può sentire parlare di strade, autostrade e ferrovie soltanto quando ci sono problemi, disagi e malfunzionamenti. Deve anche sapere che quei fastidiosi cantieri che ogni tanto spuntano fuori qua e là, anche nel bel mezzo di un centro urbano, servono a realizzare qualcosa che migliorerà la sua vita. L’informazione di giornali e siti web, sul tema, lascia molto a desiderare, preferendo troppo spesso il sensazionalismo del disagio e la critica a prescindere, per attirare l’attenzione di mani dal clic facile.
Ci è capitato spesso di parlare di Vicolo Bernava e dei lavori in corso da oltre un decennio. Un cantiere che ha causato enormi disagi, giustamente al centro dell’attenzione dei media ma che, come minimo, andrebbe raccontato riferendo cose vere.
Oggi abbiamo casualmente visto un servizio di TGS su quel cantiere, e siamo rimasti abbastanza sorpresi, nonostante siamo ormai abituati agli strafalcioni degli organi di informazione, particolarmente frequenti quando si parla di Lavori Pubblici. In fondo, parliamo di una testata storica dell’informazione palermitana, che porta in TV il giornale più antico della Sicilia.
Il cantiere “apri e chiudi” e la fermata che non c’è
Tanto per cominciare, il cantiere è stato definito “cantiere apri e chiudi”. Capiamo le indubbie ragioni di tale definizione, ma se si fosse anche spiegato che si tratta del raddoppio di una ferrovia, il Passante, potenzialmente in grado di offrire un treno ogni 5 minuti su 25 stazioni distribuite su tutta l’area metropolitana, forse qualcuno avrebbe capito meglio l’oggetto del servizio. E che magari, a conclusione degli indiscutibili disagi, qualche beneficio sarebbe arrivato ad oltre un milione di cittadini.
In più, si è parlato di una “fermata” in costruzione, proprio in questo cantiere. Notizia del tutto inventata: in vicolo Bernava si sta semplicemente realizzando una galleria di circa 60 metri, tra le fermate di Lolli e Papireto, peraltro molto vicine al luogo di intervento. Una fermata in questo punto non avrebbe senso, ed in effetti i tecnici di RFI non si sono neanche sognati di progettarla, figuriamoci realizzarla.
Una nuova invenzione: i “pali plastificati”
Si è poi parlato, ad un certo punto, di “pali con coperture plastificate per riparare l’opera dall’acqua”; confessiamo che ci è voluto un po’ per comprendere di che si trattava, ma dopo un po’ ci siamo arrivati. In realtà si tratta di “pali plastici” ovvero palificazioni sotterranee molto simili a quelle realizzate in altre parti della linea, ma prive di armatura: calcestruzzo non armato, insomma, che può assumere comportamento “plastico” perché non destinato a scopi strutturali, per i quali è necessario un comportamento “elastico” dove le armature sono fondamentali.
Capiamo che sono concetti non semplici per chi non ha dimestichezza con la scienza delle costruzioni, ma da “plastici” a “plastificati” ce ne corre. C’entra l’acqua, ma non la inesistente funzione della “plastificazione” per “riparare l’opera dall’acqua”: come abbiamo spiegato in un precedente articolo, la protezione dalle infiltrazioni idrauliche (che non sono “da risalita” come si sente dire nel servizio) è data proprio dalla paratia che andrà realizzata affiancando i pali l’uno con l’altro, formando una specie di muro sotterraneo che fermerà il flusso idraulico lasciando all’asciutto la zona degli scavi. Una funzione provvisoria e non strutturale, per la quale non è necessario realizzare armature, ma che non può certo essere assunta da fogli di plastica che esistono soltanto nella fantasia del giornalista.
Il servizio è completato dagli interventi di privati cittadini che raccontano i disagi subiti, come è giusto che sia: anche “In Progress” ha dato spazio alle lamentele, riportando integralmente la lettera di un cittadino residente in un edificio limitrofo.
Dove sono committenza?
La domanda, tuttavia, sorge spontanea: perché non è stato interpellato nessuno di RFI , ovvero la committenza dei lavori? Magari si sarebbe potuto approfondire la tematica facendosi spiegare esattamente i particolari dell’intervento, anziché raccontare cose palesemente errate. E, nel contempo, avremmo potuto conoscere dalla viva voce dei tecnici qualche previsione sull’andamento e, soprattutto, sulla fine di questi lavori.
Sarebbe il minimo sindacale per fare un buon servizio di informazione ai cittadini, facendo sentire tutte le campane. E può farlo anche un giornalista non ferratissimo in campo ingegneristico.